Trekking

Il villaggio fantasma di Avi

Tempo di lettura: 5 minuti

Altro giro, altra corsa: questa volta l’escursione è stata in Val Borbera, una bellissima gita alla scoperta di un villaggio fantasma: il villaggio fantasma di Avi.

Il mio amico Pietro qualche giorno fa mi ha invitato ad andare con lui e Meghe alla scoperta del villaggio fantasma di Avi, un piccolo paesino della val Borbera abbandonato dagli anni 50: figo, mi piace, non è la solita gita e suona molto da Ghost Hunters, ci sto! Il viaggio questa volta non è ad anello come la volta scorsa: l’itinerario questa voltaprevede la partenza da Pertuso, una bella scalata fino alla Croce Alpini per poi continuare in direzione Roccaforte Ligure. Una piccola deviazione dal sentiero principale ci farà attraversare il villaggio fantasma di Avi.

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Questa è la traccia del percorso che abbiamo effettuato, come sempre potete scaricare il GPX da questo articolo o, in alternativa, potete andare su WikiLoc dove ho salvato il percorso. 

Ma andiamo con ordine, il viaggio è lungo e parte da Pertuso a Cantalupo Ligure (che però non è in Liguria, è solo un modo usato per confondere i foresti sperando che si fermino prima di arrivare in Liguria!). 

Partenza: l'obelisco di Pertuso

Arriviamo a Pertuso e parcheggiamo la macchina proprio vicino all’obelisco: da lì parte la scalata che ci porterà a Croce Alpini.

Il percorso è impegnativo ma non proibitivo. Abbastanza ripido e con qualche passaggio attrezzato con catene per avere un supporto in più. Ma nulla di impossibile. L’unica avvertenza che mi sento di dare è quella di munirsi di buone scarpe da trekking (e magari un paio di guanti da ferrata), c’è molta ghiaia e la presa a terra non è sempre ottimale.

In un paio di ore (procedendo con calma con le dovute soste per fare qualche foto) si arriva a Croce Alpini.

Si arriva in vetta: la Croce degli Alpini

Arrivati in vetta (830 mslm) piccola pausa per rifocillarsi, fare qualche foto, godersi il panorama e poi si riparte, questa volta in discesa, alla volta del villaggio Fantasma di Avi. Cosa molto buffa: nonostante questo borgo sia davvero piccolo e raccolto è comunque diviso in Avi superiore ed Avi inferiore. Il nostro percorso prevede l’arrivo ad Avi Superiore per poi scendere nella frazione inferiore. Inseguito riprenderà la salita riconducendoci al sentiero principale in direzione di Roccaforte Ligure. Lì speriamo che qualche anima buona ci venga a raccogliere per riportarci a Pertuso per riprendere la macchina (ammesso di ricordarcene). Il villaggio di Avi è davvero impressionante: non tanto per il fatto di essere un villaggio fantasma, quanto per l’ottimo stato di conservazione di alcune delle strutture principali.

Le foto seguenti sono pubblicate su gentile concessione Pietro autore degli scatti. 

Il villaggio Fantasma di Avi

Dopo il villaggio fantasma: verso Roccaforte Ligure

Nonostante il nome il villaggio fantasma non ci ha riservato nessun incontro paranormale. Quindi, dopo una breve sosta nel villaggio, siamo ripartiti (in salita) alla volta di Roccaforte Ligure. La prima parte di questo percorso è abbastanza ripida: giusto la parte iniziale che si riunisce sul sentiero principale.

Una volta lasciato alle nostre spalle il villaggio fantasma e tornati sul sentiero per Roccaforte Ligure, il percorso torna quasi pianeggiante. La parte finale della nostra escursione scorre veloce e piacevole. Così arriviamo alla chiesa di Roccaforte Ligure.

Hey, ma non avevamo una macchina a Pertuso?

Valentina (la moglie di Pietro) ci viene a prelevare a Roccaforte: è quasi ora di cena e ne approfittiamo per avvicinarci a casa. Decidiamo di cenare sulla strada del ritorno e ci avviamo per prendere l’autostrada a isola del cantone direzione Genova.

Siamo quasi in autostrada quando candidamente chiedo: “Ma quando andiamo a riprendere la macchina?” il resto potete immaginarlo da soli…

Alessandro

Ingegnere, musicista e public speaker per diletto. Appassionato di programmazione, tecnologia e qualsiasi cosa possa definirsi anche minimamente nerd!

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  • Vivere un posto come Avi è stata una esperienza formativa: si respira ancora l'aria di una volta e le stalle sembrano essere state abbandonate da poco. Peccato che questi luoghi con le intemperie sono destinati a sparire.

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