Managing a difficult audience: Progetto Pathways Toastmasters
Managing a difficult audience è probabilmente uno dei miei progetti Pathways preferiti da quando sono in Toastmasters. Un progetto decisamente particolare perché vi metterà di fronte ad una situazione che in un club Toastmasters difficilmente si verifica: il pubblico non sarà supportivo e recettivo come al solito. Anzi vi troverete di fronte ad un pubblico difficile, polemico e con ogni sorta di disturbo dietro l’angolo. In questo progetto l’oratore si trova a dover gestire interruzioni ed imprevisti a raffica. Sempre col sorriso e grande professionalità.
Proprio durante lo scorso meeting, una socia del mio club, gli Erzelli Toasters, ha presentato questo progetto Pathways. Vi garantisco che il pubblico è stato davvero difficile ma il risultato è stato super divertente sia per la povera socia che presentava, che per noi chiamati a inventare imprevisti ed interruzioni.
Scopriamo insieme Managing a Difficult Audience.
Managing a difficult Audience: svolgimento
L’immagine in apertura del progetto Pathways Managing a difficult audience spiega, senza troppe parole la situazione che andremo ad affrontare: un pubblico distratto, al volte indifferente all’oratore o, peggio, con tanta voglia di fare domande ed interromperci. Insomma tutto quello che di solito non succede in un club Toastmasters.
Lo speaker dovrà presentare uno classico speech libero della durata standard di 5-7 minuti. Tuttavia avrà a disposizione ben 15 minuti per riuscire nell’impresa. Questo per avere il tempo di gestire tutti i disturbi e i rallentamenti dovuti a domande e perplessità del pubblico.
Questo progetto pathways suggerisce un po’ di figure da interpretare in modo che lo speaker possa gestire interruzioni variegate: c’è la persona distratta in prima fila che palesemente manda gattini su Whatsapp, c’è la persona ostile che controbatte con ferocia, c’è il curioso che fa domande interessate. Starà al VPE del club assegnare i ruoli a soci volenterosi pronti afare del loro peggio!
Punti di forza
Un progetto che ci mette in una situazione scomoda che in un club non si verifica mai ma che in situazioni reali potrebbe capitare.
Il club può fare teambuilding coordinandosi per gestire in modo ottimale i disturbi e gli imprevisti.
Un progetto che aiuta tutti nell‘ascolto attivo ed il pensiero critico. Se devo fare una domanda “al volo” devo pensare rapidamente. L’oratore invece dovrà sempre avere la risposta pronta ed il sangue freddo.
Spunti di miglioramento
Questo progetto Pathways è chiaramente strutturato per essere svolto dal vivo. I personaggi proposti sono ottimi se siamo tutti nella stessa sala, meno efficaci se una parte del pubblico, o l’oratore, è online in un contesto ibrido come il nostro. Aggiungerei qualche suggerimento per introdurre imprevisti online.
Managing a difficult audience: i disturbatori
Come vi ho accennato prima la nostra speaker era online quindi alcuni ruoli proposti dal progetto managing a difficult audience sarebbero stati meno efficaci (per esempio il “perennemente distratto”). Abbiamo dato sfogo alla fantasia:
Una persona ostile
Io ho interpretato il classico ascoltatore ostile. Durante il discorso non ho perso occasione per controbattere ad ogni affermazione, palesare il mio dissenso, provando a vanificare ogni tentativo di riportare il discorso in carreggiata. All’affermazione “grazie per gli interventi vi vedo molto interessati” ho risposto “in realtà no ma siamo obbligati ad ascoltarti vediamo di muoverci”. Luciana, col sorriso e una grande professionalità ha dovuto gestire anche interruzioni al limite della cafonaggine: brava Luciana! Lo so sono una persona orribile. Troppo? Ditemelo nei commenti!
Una mentee molto curiosa
Luciana era intenta a presentare un bellissimo speech sullo stress. Quello che non sapeva era che la sua mentee, Ilaria, era pronta a bombardare la sua mentor di domande su quanto veniva presentato. “Mentor scusa non ho capito, me lo rispieghi?”, “Mentor scusa mi fai lo spelling del nome che hai appena detto?”, “Mentor scusa ma allora mi dai consigli anche su…”. Come si fa a placare una disturbatrice così assetata di approfondimenti?
Imprevisti online
La nostra speaker era online, quindi abbiamo coinvolto anche i soci online per fare parte della grande famiglia dei disturbatori molesti.
Il buon Simone “ha dimenticato il microfono acceso” mentre ordinava un delivery in modo da avere la cena pronta a fine meeting. Il nostro zoom master Marco invece, per errore (ceeeeerto), ha inavvertitamente mutato la speaker.
Il nostro caro VPE durante lo speech ha verificato che la speaker avesse silenziato il cellulare telefonandole ripetutamente.
Disturbi in sala
Siamo un po’ goffi e distratti. Purtroppo (con sommo dispiacere) il campanello del timer ad un certo punto è caduto facendo un baccano assordante. Questo non ha fatto scomporre Luciana che ha continuato con grande professionalità. A quel punto abbiamo giocato la nostra arma finale. Il disturbatore al quale non puoi dire di no. Il nostro socio Luigi era presente al meeting con il figlio di 5 anni che disegnava tranquillamente. Come fai a continuare il tuo speech quando un bambino ti mostra il suo disegno chiedendoti “Luciana ti piace il mio disegno?”
Sfruttare il progetto fuori dal club: idee
Managing a difficult audience è sicuramente uno di quei progetti che sono spendibilissimi fuori dal contesto del club. Qualsiasi situazione lavorativa o associativa dove il pubblico possa intervenire spontaneamente con domande, dubbi o perplessità è un’occasione perfetta per usare il progetto fuori dalle mura del vostro club.
Piccoli suggerimenti
Se siete speaker ecco qualche suggerimento:
Restate nell’argomento: sicuramente arriveranno disturbi mirati a portarvi fuori strada. Se sono commenti non inerenti o fuorvianti fermate con gentilezza l’interlocutore e riportate l’attenzione sull’argomento del vostro discorso.
Se la risposta ad una domanda rischia di farvi perdere troppo tempo rimandatela al finale. Pianificare un Q&A in anticipo (magari dichiarandolo in partenza) potrebbe stroncare sul nascere tanti disturbatori.
Imprevisti “poco seri” (come ordinare una pizza): rispondete all’ironia con ironia.
E voi?
Avete già presentato Managing a difficult audience al vostro club? Questo progetto pathways vi ha appassionato tanto quanto ha appassionato e divertito me? Qual è l’imprevisto più assurdo che avete dovuto gestire durante uno speech?
Raccontatemelo nei commenti!
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